Il monumento a San Venceslao, presente nell’omonima piazza a Praga, è sicuramente una delle sculture più famose della Repubblica Ceca, tappa fissa durante il nostro Tour della Città Nuova. Il suo autore è il più importante scultore ceco di inizio XX secolo, Josef Václav Myslbek.
Non tutti sanno, però, che la statua equestre attualmente in trono non è la prima ad essere stata eseguita e collocata nella piazza. Una prima statua era stata eretta già nel 1680 (frutto del lavoro dello scultore barocco Jan Jiří Bendl), tale originario monumento fu spostato a Vyšehrad nel 1879, dove tutt’oggi risiede. Una curiosa leggenda ruota proprio attorno alla realizzazione della statua barocca di Bendl.
Nel XVII secolo, la Boemia era stata colpita da una grave carestia e si soffriva pesantemente la fame. La situazione per i praghesi era sicuramente la peggiore. Fu così che i consiglieri della Città Nuova tennero una lunghissima riunione, per decidere al meglio il da farsi e come gestire tutti insieme la crisi. Non riuscendo evidentemente ad affrontare la situazione ciascuno con le singole forze, molti di loro proposero di chiedere disperatamente aiuto allo stesso imperatore. Un unico consigliere, il più anziano, non era per niente d’accordo con questa proposta: “non mi piace il fatto che abbiate dimenticato di chiedere prima ad amici ancora più potenti del sovrano. Se questi non si prenderanno cura di noi, allora sì che finirà davvero male! Certo, possiamo chiedere aiuto all’imperatore… dico solo che mai niente, nel nostro mondo, viene dato gratis”.
“Di che parli? E quali potenti amici avremmo dimenticato?” chiese stupito il borgomastro.
“Sapete chi sono i nostri migliori amici? Sono i nostri santi patroni cechi. Già i nostri padri li invocavano quando le cose andavano male, specialmente San Venceslao. Ma noi non lo stiamo ancora facendo”, disse con tono di rimprovero il consigliere più anziano. “Preferite rivolgere una preghiera all’imperatore piuttosto che pregare chi il nostro popolo non lo ha mai abbandonato”.
Il borgomastro convenne con l’anziano e disse: “ha perfettamente ragione… Rechiamoci quindi nella cappella a implorare aiuto dai nostri santi patroni cechi”.
Nonappena il sacerdote finì la preghiera, il cielo si rannuvolò e cominciò improvvisamente a piovere. Piovve fino a quando la terra arida si inumidì al punto che il grano tornò a crescere, dando un raccolto così ricco che la gente non ne ricordava uno uguale da molto tempo. Fame e miseria erano state finalmente scongiurate ed i consiglieri decisero, come ringraziamento, di far scolpire una statua dedicata a San Venceslao.
La statua fu collocata nella Piazza del Mercato dei Cavalli, che era il nome della Piazza Venceslao fino al 1848, e si credeva avesse anche un potere speciale: al momento della battaglia finale tra la Boemia e i suoi nemici, se una sola goccia di sangue ceco fosse caduta sulla statua di San Venceslao, questi sarebbe tornato subito in vita, avrebbe alzato la lancia e agitato la spada in direzione del monte Blanik, la montagna si sarebbe così aperta e i cavalieri di Blanik, giungendo a Praga al galoppo, avrebbero scacciato i nemici per sempre.